Gattinara - vino e Campioni doc, Arnaldo Colombo, |
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Martedì 04 Ottobre 2011 16:17 |
Arnaldo Colombo è stato calciatore dilettante in gioventù, ed è sempre stato attratto dai grandi giocatori del Gattinara, ed ecco forse rintracciate le origini di questo singolare libro, che non è un romanzo, non è una ricerca storica, non è un saggio sul calcio, o forse è tutte e tre le cose insieme, riuscendo a fondere felicemente due "glorie" di Gattinara: il vino ed i campioni sportivi, all'interno della storia della Comunità. Centocinquanta pagine fitte di scrittura, di fotografie color seppia, ma soprattutto di ricordi, dai quali riaffiorano le antiche origini di Gattinara e le tradizionali "istituzioni" quali le tabine ed il Carnevale. La storia scorre veloce nei secoli, proprio come in un film d'azione ci sono grandi protagonisti: dall'eretico Dolcino, cantato da Dante, al potente Cardinal Mercurino, primo ministro dell'imperatore Carlo V, all'indimenticabile Vicario, Monsignor Francese. Non mancano i teatri di posa: il castello di San Lorenzo, la Torre delle Castelle, ma soprattutto i portici, i "porgu", sotto i quali purtroppo non si tiene più la "tabarà", la chiacchierata. Sono ricordati i momenti tragici per la Comunità, come il tristemente famoso "Tampaston dal Cinq", che costrinse molti capifamiglia ad emigrare, o il bombardamento del 20 giugno del 1944, ma la forte tempra e lo spirito combattivo dei Gattinaresi seppero risollevarsi. Condensare tutto questo in un libro che dichiaratamente dovrebbe narrare di calcio e di vino è stata un'impresa davvero meritevole, certo degna di uno scrittore che ha saputo ed ha voluto fare dell'ottima divulgazione, avvicinandosi anche ad un pubblico che tradizionalmente non penserebbe di accostarsi alla storia, perché come ricorda lo scrittore Mario Soldati in un celebre racconto intitolato "Un sorso di Gattinara", il Gattinara racchiude in sé la "luminosità a notte dei portici di Gattinara", "due varianti in contrasto, ma collegata fra di loro, così nello sport come nella vita", come conclude Arnaldo Colombo. Arnaldo Colombo, |