Il progetto istituzionale per l'impero di Carlo V. Il contributo di Mercurino Arborio di Gattinara, Gran Cancelliere di tutte le terre e regni di Carlo V. PDF Stampa E-mail

Gavinelli Michele, tesi di laurea.
Il progetto istituzionale per l'impero di Carlo V. Il contributo di Mercurino Arborio di Gattinara, Gran Cancelliere di tutte le terre e regni di Carlo V.
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,facoltà di Scienze Politiche, storia delle istituzioni politiche, relatore: professor Giovanni Ancarani, anno accademico 2003/2004.

 


Indice


Bibliografia 4
Introduzione 11
Capitolo I 17

La formazione culturale e politica di Mercurino Arborio di Gattinara
1.1 - La famiglia Arborio di Gattinara 17
1.2 - Nascita e infanzia di Mercurino Arborio di Gattinara (1465-1479) 23
1.3 - Adolescenza e giovinezza di Mercurino (1479-1492) 28
1.4 - Mercurino giovane avvocato (1492-1505) 37
1.5 - Al servizio di Margherita d’Austria e dell’imperatore Massimiliano e l’esperienza della Franca-Contea (1505-1517) 43

Capitolo II 52

La graduale affermazione in campo politico e diplomatico e le relazioni con i più influenti protagonisti del momento di transizione storica dal Medioevo all’Età Moderna.
2.1 - “Dalla cenere alla rinascita” (1518) 52
2.2 - Da Gran Cancelliere di Carlo I, re di Spagna, a Gran Cancelliere dell’imperatore Carlo V (1518-1519) 56
2.3 - Dall’elezione di Carlo V alla dieta di Worms (1519-1521) 62
2.4 - Dalla Dieta di Worms alla battaglia di Pavia (1521-1525) 68
2.5 - Gli anni della prigionia di Francesco I (1525-1526) 77
2.6 - Gli ultimi anni di cancellierato in Spagna (1526-1529) 85

Capitolo III 97

Analisi degli aspetti costitutivi del Gran Cancellierato.
3.1 - La cancelleria prima del secolo XVI 97
3.2 - Il Gran Cancellierato e la cancelleria con Mercurino Arborio di Gattinara. 105
3.3 - I sigilli 112
3.4 - I rapporti con l’Arcicancelliere e la cancelleria imperiale 114
3.5 - La cancelleria Aragonese e la cancelleria della corte imperiale 117
3.6 - La cancelleria napoletana 126
3.7 - Il segretariato 128
3.8 - I consigli di stato 131

Capitolo IV 135

L’idea di Monarchia Universale.
4.1 - Mercurino Arborio di Gattinara guida Carlo V verso la Monarchia Universale 135
4.2 - La filosofia politica di inizio sedicesimo secolo e le sue influenze sull’idea imperiale di Mercurino Arborio di Gattinara 148
4.3 - Una visione globale ed eclettica 153

Capitolo V 156

Epilogo della vicenda politica e diplomatica di Mercurino Arborio di Gattinara
5.1 - Gli ultimi mesi 156
5.2 - Dopo la morte del Gattinara 160
Conclusione 167

Appendice
I - Sommario di Philippe Hanneton, audiencier della cancelleria borgognona, a proposito della carica di Gran Cancelliere I
II - “La rimostranza di Bruxelles” IV
III - Consigli del Gran Cancelliere all’Imperatore. Barcellona, 12 luglio 1519. XIII
IV - Prima pagina degli atti della causa tra i dottori dell’università e il comune di Torino per l’esenzione dei primi dal pagamento delle taglie. XX
V - Trascrizione ottocentesca di un atto della causa tra i dottori dell’università e il comune di Torino per l’esenzione dei primi dal pagamento delle taglie. XXI
VI - Lettera di Carlo V a Mercurino Arborio di Gattinara (1519) XXVII
VII - Atto di acquisto di feudi (1521) XXVIII
VIII - Memoriale per l’Imperatore (1521) XXIX
IX - Lettera di Mercurino a Giovanni Bartolomeo di Gattinara (1522) XXX
X - Risarcimento alle damigelle di Champdivers (1518) XXXI
XI - Opuscolo sulla Monarchia Universale (1519) XXXIII
XII – Copia del Trattato di Madrid XXXV
XIII - Confermazione dell’infeudazione della contea di Gattinara LXXXV
XIV - Trattato di pace tra Carlo V e Francesco II Sforza XCVIII

Introduzione

Mercurino Arborio di Gattinara, nobile piemontese, arrivò ad occupare le più alte cariche istituzionali presso la corte di Carlo V. 
Fu una figura importante e carismatica, in un periodo storico, quello a cavallo tra il XV e il XVI secolo, ricco di eventi e di cambiamenti. Dal punto di vista istituzionale e politico, in questi anni, si assiste a sostanziali trasformazioni, quali il perfezionamento del sistema polisinodale, l’aumento del prestigio dei Segretari di Stato a scapito delle più antiche figure dei Cancellieri e la “novità” del Gran Cancellierato imperiale.
Gli storici indicano quest’epoca di cambiamenti come il passaggio dal Medioevo all’età Moderna e, senza ombra di dubbio, Mercurino Arborio di Gattinara, più semplicemente “il Gattinara”, come fu ed è generalmente conosciuto, riveste un ruolo da protagonista in una fase determinante per la storia europea e mondiale.
La figura di Mercurino, tuttavia, è stata decisamente trascurata e dimenticata dalla storiografia. Le ipotesi intorno a questo oblio potrebbero essere molteplici. 
Innanzitutto i documenti inerenti all’argomento sono sparsi tra gli archivi di tutta Europa (Lille, Besançon, Bruxelles, Gand, Vienna, Barcellona, Madrid, Simancas, Roma, Genova, Milano, Torino, Vercelli, solo per citare le città i cui archivi contengono sicuramente del materiale utile, ma potrebbero esserci documenti sconosciuti in altri luoghi) e inoltre, il fatto che siano redatti in diverse lingue, (francese, spagnolo, italiano e latino, solo per citare quelle usate correntemente dal Gattinara) potrebbe costituire un ostacolo, anche se non insormontabile, per lo studio e l’esame. A questo si aggiunge, poi, che la parte più cospicua dei documenti personali del Gattinara è rimasta chiusa alla consultazione pubblica, fino al 1980 (anno in cui la famiglia Arborio di Gattinara ha deciso di donare il proprio archivio all’Archivio di Stato di Vercelli). 
Per di più, nell’affrontare lo studio di questo importante personaggio, si ha l’impressione che, in un certo senso, i suoi rivali abbiano cercato di cancellarne la memoria, tentando (in molti casi con successo) di far dimenticare il suo lavoro, in modo che le sue idee non fossero seguite, in quanto ritenute sconvenienti e fastidiose agli interessi personalistici o nazionali di alcuni componenti della corte Spagnola.
A sfavore della conoscenza dello statista piemontese vi è anche la sua appartenenza a una comunità di origine di dimensioni ridotte e con conseguente ridotta capacità di dare visibilità alla sua figura.
La sua condizione, poi, di italiano, di cultura franco-borgognona, al servizio di un sovrano tedesco, re di Spagna, acerrimo nemico dei Francesi e per troppo poco tempo principe di Santa Romana Chiesa, ha sì dato un carattere di universalità alla sua persona, ma allo stesso tempo ha impedito che una nazione lo riconoscesse esclusivamente come suo figlio.
Indubbiamente una personalità come quella di Mercurino, una volta conosciuta, non può suscitare sentimenti di indifferenza: o si viene rapiti dal suo fascino e dal suo carisma, o si prova astio e rifiuto.
Di fronte a una figura di tale rilievo, dunque, si possono solamente avanzare ipotesi sul motivo per il quale sia stata dimenticata dalla storiografia, salvo isolati studi o l’impegno di alcuni storici locali. Forse più in Italia che all’estero, Mercurino Arborio di Gattinara merita di essere riproposto al pubblico e studiato a fondo, in quanto eminente statista e protagonista italiano della storia mondiale, come lui stesso ebbe modo di sottolineare in una frase riportata da Gasparo Contarini, ambasciatore della Repubblica di Venezia: «E il cancelliere uscì in queste parole: “Sapete che io sono italiano e desidero il bene dell’Italia”» 
Il presente lavoro intende quindi indagare i tratti peculiari del Gattinara e contribuire allo studio e alla valorizzazione (ormai avviati da 25 anni) di un uomo che, non poche volte, è stato definito un genio della politica e della diplomazia e la cui importanza è stata equiparata a quella di Metternich o di Kissinger. In particolare vuole essere un punto di partenza, uno strumento per orientarsi nei diversi ambiti della personalità e dell’operato di Mercurino Arborio Gattinara, prendendo in considerazione gran parte di ciò che, fino ad oggi è stato studiato ed esaminato.
A tal fine, nel primo capitolo si è inquadrata storicamente la famiglia Arborio di Gattinara, in modo da comprendere quale fosse il contesto storico e culturale nel quale Mercurino nacque e crebbe e da quali tradizioni questo ambiente fosse caratterizzato. Vengono poi descritti i momenti maggiormente significativi della biografia del Gran Cancelliere, le esperienze familiari, gli ambiti della giurisprudenza nella quale tutta la sua famiglia si trovava continuamente immersa e le vicende storiche che viveva il territorio gattinarese. Per poi passare all’analisi dell’evento che portò una svolta nella sua vita e che lo spinse lontano dal paese natale, permettendogli, però, di acquisire un notevole bagaglio giuridico e di esperienza presso tre illustri parenti (prima a Gattinara tra i diversi uomini di legge della famiglia, poi a Vercelli, con lo zio Pietro, notaio, poi con lo zio Bartolomeo, prefetto a Cassine, infine con lo zio Giovanni, giudice a Torino), fino a coronare i suoi studi e il suo percorso formativo-culturale nell’università di Torino, tra eminenti insegnanti (quali Claudio de Seyssel) e insigni colleghi (come Erasmo da Rotterdam). 
Da subito Mercurino esercitò la professione di avvocato, ottenendo brillanti successi, grazie alla sua profonda conoscenza delle leggi, alla sua caparbietà e alla sua fede, che lo spinsero oltre qualsiasi ostacolo e verso la realizzazione di tutti i suoi progetti. L’ultima fase del primo capitolo analizza il passaggio del Gattinara dalla libera professione al servizio di Margherita d’Austria, come suo consigliere personale, dapprima nei territori dei Savoia, poi nella Borgogna, dove ebbe modo di far conoscere le sue doti di diplomatico e di fedele servitore della casa d’Asburgo, tanto che lo stesso Massimiliano I lo incaricò di portare a termine importanti missioni, fra le quali si può citare la redazione del trattato della lega di Cambrai.
Tuttavia i fatti intercorsi portarono il Gattinara a dover dimettersi da ogni carica da lui detenuta, ma presto fu richiamato a ben più alti incarichi, presso la corte di Carlo d’Asburgo.
Il secondo capitolo intende analizzare in modo approfondito gli anni di cancellierato di Mercurino Arborio di Gattinara.
Sono questi i tredici anni più importanti della sua carriera di statista e in particolare, vengono messi in evidenza i continui suggerimenti e gli insegnamenti per l’Imperatore, i suoi successi e le difficoltà che dovette affrontare, la parte avuta nei gradi eventi, le sue doti di diplomatico e di statista lungimirante e il suo carattere integerrimo e caparbio. 
Dapprima si prendono in considerazione i successi ottenuti da Mercurino negli anni trascorsi in Borgogna, come, ad esempio, l’assegnazione dei titoli nobiliari e feudali, passando poi all’analisi delle ragioni che favorirono la sua nomina a Gran Cancelliere. 
I primi incarichi del Gattinara, in questo ruolo, riguardarono la “campagna elettorale” per l’elezione del re di Spagna Carlo I a Imperatore. Il compito non fu facile a causa della concorrenza del re di Francia Francesco I e delle numerose opposizioni, in particolare quella del Papa Leone X. 
Successivamente viene preso in considerazione l’impegno del Gattinara nell’attività diplomatica, per promuovere il proprio giovane sovrano, ma soprattutto viene analizzato il suo apporto nei dibattiti alla dieta di Worms, nella quale egli cercò di evitare una condanna incondizionata di Lutero, ma al contrario di ottenere un dialogo, in modo da far rientrare Lutero e i suoi seguaci nell’“alveo” della Chiesa. 
Le relazioni diplomatiche intessute, in particolare con il re d’Inghilterra, furono intense, ma il convegno di Calais, nel quale il Gattinara fu protagonista, non riuscì ad evitare la guerra con il re di Francia, la quale tuttavia ebbe un esito positivo, in quanto nella battaglia di Pavia, del 24 febbraio 1525, il re Francesco I fu fatto prigioniero e il suo esercito sconfitto. 
Contrariamente a quanto il Gattinara suggeriva, il re di Francia venne rimesso in libertà, favorendo così una nuova guerra. Il Nostro, dopo i dissidi venutisi a creare in seguito ai suoi inascoltati consigli, si recò in Italia in missione diplomatica. 
Il viaggio in Italia fu sempre consigliato al suo sovrano dal Gattinara, il quale riteneva che questa terra fosse il fulcro di tutto l’impero e che solo la venuta di Carlo V sul suolo italico avrebbe potuto riportare la pace in tutta la cristianità. Invece il tragico evento del Sacco di Roma, rischiò di far perdere a Carlo V il consenso del mondo cristiano. Tuttavia l’impegno del Gattinara fu fondamentale nella rivalutazione del re di Spagna e nella riappacificazione di quest’ultimo con il pontefice.
In seguito a questi eventi e all’insistente suggerimento di Mercurino, Carlo V si decise a partire per l’Italia, sancendo, ancora una volta il successo delle ragioni e dei consigli del suo fedele servitore piemontese.
Nel terzo capitolo si affronta la carica di Gran Cancellierato che fu il luogo di esercizio del potere del Gattinara. Dapprima si offre una breve introduzione storica dell’istituzione della cancelleria, dalle origini al XVI secolo, utile alla comprensione della formazione della struttura di questo organismo politico-amministrativo, in seguito si continua con la descrizione della teoria e della pratica della cancelleria, diffuse agli inizi del XVI secolo, collegandole in particolare all’idea che Mercurino aveva di questa istituzione, della sua struttura, dei suoi fini e del suo utilizzo. 
Si prendono quindi in considerazione gli aspetti relativi ai sigilli, che costituivano lo strumento dell’effettiva attuazione del potere amministrativo, e quelli inerenti la regolazione dei rapporti della cancelleria della corte imperiale, con la cancelleria dell’impero, presieduta dall’Arcivescovo di Magonza. Si passa poi ad esaminare il funzionamento e la composizione della cancelleria Aragonese, che di fatto diventò la cancelleria della corte imperiale, dove Mercurino svolgeva il suo incarico. Particolare attenzione è stata dedicata alla cancelleria napoletana, la quale rivestiva una certa importanza nel complesso delle istituzioni gestite dal Gran Cancelliere, in quanto organo amministrativo dei possedimenti di Carlo V in Italia che, si ricorda, era considerata il fulcro dell’Impero. Ci si sofferma ancora, sull’evoluzione della figura dei Segretari di Stato, che gradualmente si sostituirono nella gestione del potere che spettava al Gran Cancelliere; carica che fu soppressa alla morte del Gattinara. Infine si analizza la struttura polisinodale del regno Spagnolo, riformata in gran parte da Mercurino, che divenne il sistema di governo di tutti i territori sotto l’egida di Carlo V, assumendo le mansioni di consiglio e di sostegno nelle decisioni del sovrano.
Nel quarto capitolo si riflette sull’idea di Monarchia Universale e di Impero, propria di Mercurino Arborio di Gattinara, con particolare riferimento alle idee filosofico-politiche del XVI secolo e del medioevo, dalle quali, probabilmente, il Gran Cancelliere trasse ispirazione o che comunque avevano in comune alcuni aspetti con il suo pensiero e il suo progetto politico. Vengono, inoltre, riportati brani di lettere, dell’autobiografia o di memoranda, che esprimono l’opinione del Gattinara sul mondo cristiano a cui lui aspirava e su quello che era il suo progetto di governo.
Nell’ultimo capitolo si prendono in considerazione gli ultimi mesi della vita dello statista piemontese; si evidenzia il parziale successo della sua opera di consiglio e di governo e il tentativo di portare avanti la creazione della Monarchia Universale cristiana, progetto interrotto dalla sua improvvisa morte.
Nell’appendice, vengono inseriti alcuni documenti (in parte tradotti al fine di favorirne una maggior accessibilità e comprensione) ai quali si è fatto riferimento nel corso del presente lavoro e che possono essere utili come strumenti di studio di un personaggio che viene indicato come uno dei più grandi statisti di inizio Età Moderna e di una delle più eminenti personalità della politica mondiale di quell’epoca.

 

Conclusione


Mercurino nacque a Gattinara, il 10 giugno 1465, da una modesta famiglia di nobiltà rurale. Sin dalla sua infanzia e dalla sua giovinezza, mostrò la sua forza d’animo, la sua caparbietà, il suo coraggio, la sua intelligenza, unita a una forte pragmatismo, che lo portarono a raggiungere sempre i suoi obiettivi, nonostante le innumerevoli difficoltà incontrate.
A undici anni avvenne una svolta nella sua vita, infatti morirono sia il carismatico nonno Lorenzo che il padre Paolo, lasciando la madre vedova con sette figli, dei quali Mercurino era il primogenito.
Dopo poco tempo, si innamorò di una giovane donna, più anziana di lui di qualche anno, Andreetta Avogadro, con la quale contrasse verbale promessa di matrimonio, di sua iniziativa, contravvenendo a tutte le regole dell’epoca. Questo evento creò scandalo nella famiglia Arborio di Gattinara, per cui Mercurino fu costretto a lasciare il paese natale per trasferirsi da parenti giuristi, occupati in vari ambiti della giurisprudenza, cambiando più volte, nel corso degli anni successivi, città e residenza. Questo gli diede la possibilità di venire a contatto con diverse realtà cittadine del Piemonte, nelle quali acquisì esperienza e conoscenze di diverse attività legali
All’università di Torino completò i suoi studi e conseguì il titolo di Dottore in entrambi i diritti, nel 1493. Dopo pochi anni di esercizio della professione legale, si contraddistinse per il brillante risultato ottenuto in una causa di successione ereditaria, che coinvolgeva alcuni componenti della famiglia Savoia. Il duca Filiberto II scelse il Gattinara come consulente legale e consigliere della sua giovane moglie, Margherita d’Asburgo, figlia dell’Imperatore Massimiliano I. Al seguito della duchessa, egli si recò in Borgogna, dove svolse l’incarico di presidente del parlamento di Dole e di consigliere personale di Margherita. 
In terra borgognona, la vita di Mercurino non fu affatto facile, a causa dell’atteggiamento di ostilità dei nobili locali verso la duchessa d’Asburgo, tuttavia egli ebbe modo di far conoscere le sue doti di uomo di Stato, le sue capacità, la sua fedeltà alla dinastia imperiale e la sua forte personalità, tanto che lo stesso Massimiliano I gli affidò numerose missioni diplomatiche in tutta Europa. 
A causa dei gravi contrasti sopravvenuti all’interno del parlamento di Dole, Mercurino, nel 1517, fu costretto a dimettersi da tutte le cariche, ma subito venne chiamato alla corte del nuovo re di Spagna, Carlo d’Asburgo, per ricoprire la carica di “Gran Cancelliere di tutte le terre e i regni del re”; carica che conservò fino alla morte, avvenuta il 5 giugno 1530, quando egli era ancora nel pieno della sua attività e del suo successo. Il periodo di tredici anni, trascorso al fianco del giovane Imperatore, segnò il culmine della sua carriera politica e diplomatica, che fu caratterizzata dal costante apporto di consigli e impegno a favore del giovane sovrano, tanto da far attribuire al Gattinara l’appellativo di “precettore politico” di Carlo V, restando al suo fianco fin dalle fasi della “campagna elettorale” per l’elezione a Imperatore, sino all’incoronazione di Bologna.
Con questo elaborato si è cercato di delineare Mercurino Arborio di Gattinara attraverso i suoi caratteri peculiari. Ne è emersa una personalità forte, determinata, caparbia fino allo stremo; un individuo dotato di indubbia intelligenza e cultura, integerrimo nel suo servizio al bene degli Asburgo e dell’umanità, dotato anche di una grande fede religiosa, che lo spingeva a ritenersi guidato dalla Provvidenza nella missione a cui si sentiva chiamato, pur mantenendo la consapevolezza dell’importanza delle proprie capacità, necessarie al conseguimento degli obiettivi.
Mercurino ha sempre ostentato sicurezza, convinto di essere sulla strada giusta e nel momento in cui i fatti sembravano essergli totalmente contrari ed egli, nonostante ogni tentativo, risultava impotente di fronte alla avversità, sapeva affidarsi alla Volontà Divina e aspettare che tutto si sistemasse, cosa che puntualmente avveniva. Non furono infrequenti i momenti di sconforto (come l’allontanamento dalla casa a quattordici anni, il licenziamento da tutte le sue cariche nella Borgogna, o i frequenti dissidi con l’Imperatore, che non poche volte lo portarono sull’orlo delle dimissioni e del suo distacco dalla corte imperiale) o persino i tentativi di omicidio nei suoi confronti.
Quindi non si tratta di un mero determinismo, ma della consapevolezza che con le proprie capacità e con l’aiuto divino, fosse possibile arrivare a qualsiasi risultato; l’importante era tendere sempre al bene comune, secondo un comportamento cristiano.
Durante tutto il corso della sua giovinezza, il Gattinara aveva acquisito gli strumenti necessari alla riuscita dei suoi obiettivi: un’approfondita preparazione giuridica, sia dal punto di vista pratico che teorico, la sequela di numerosi illustri maestri e una non trascurabile formazione classica e teologica, gli conferirono un bagaglio culturale e una “forma mentis” degna di affrontare la politica mondiale della sua epoca.
Non va dimenticato poi il suo carattere, che, come dice il Claretta, «figlio di un paese dove non si ha l’abitudine di lasciarsi troppo facilmente opprimere [...] si nota nelle “Memorie” una “verve” un po’ beffarda, una inclinazione ad usare l’iperbole, l’abitudine di mettere senza timore il dito nella piaga, un’inclinazione a ricordare la grandezza della sua nascita che, del resto, egli credeva necessaria per non lasciarsi opprimere da una nobiltà orgogliosa ed invidiosa della situazione che egli si era procurato [...]». 
Le doti, le capacità e in un certo senso tutta la sua vita, erano dirette al raggiungimento dell’obiettivo finale: la creazione della Monarchia Universale. 
Tuttavia la strada non fu semplice e il Gattinara visse un particolare momento di difficoltà, quando fu costretto a dimettersi da ogni carica a causa dell’ostilità della nobiltà borgognona filo-francese. É probabilmente in questo periodo che Mercurino maturò la sua ostilità verso i Francesi e che iniziò ad avere i primi contatti con il giovane Carlo d’Asburgo, presentandosi come un efficace precettore del futuro Imperatore, nel quale il Gattinara vide la figura adatta a guidare l’umanità in un’età dell’oro, cristiana, di pace e concordia.
Per farlo, seguì due strade: una attraverso l’opera di educatore e consigliere, l’altra quella dell’amministratore e diplomatico. 
Verso il giovane Carlo si rivolgeva con il dovuto rispetto, ma anche come un padre, un maestro, una guida che non mancava di rimproverare il suo discepolo per ottenere il massimo da lui. Questo atteggiamento, se da una parte era di importanza vitale alla crescita politica del principe asburgico, dall’altra suscitava le sue insofferenze e un certo fastidio (proprio come talvolta succede nei più comuni rapporti padre-figlio). Tale relazione conflittuale portò alla maturazione dell’Imperatore, ma anche ad alcuni errori nelle scelte politiche di quest’ultimo, procurati dal non aver ascoltato tempestivamente i suggerimenti del suo consigliere. Ad esempio questo avvenne nel periodo precedente alla liberazione di Francesco I. In questa occasione si ebbe la dimostrazione dell’abile capacità di Mercurino di intuire che quello era il maggior successo dell’impero e della sua politica universale, ma Carlo preferì ascoltare consigli opposti a quelli del suo cancelliere, per cui decise di sottoscrivere la pace di Madrid e di liberare il sovrano rivale. Mercurino, contrario a tale iniziativa, andò oltre a ciò che gli era consentito e rifiutò di apporre i sigilli al trattato, decidendo di allontanarsi dalla corte, dove a causa dei segretari e dei generali, non era più ascoltato dal sovrano.
Gli insegnamenti giungevano a Carlo sotto forma di memoriali o rimostranze, che con puntualità e precisione esponevano e analizzavano la situazione storico-politica, alla ricerca delle migliori decisioni da prendere. 
L’opera di educatore e di consigliere, del cancelliere nei confronti del suo sovrano, fu quindi incessante, anche se talvolta ritenuta fastidiosa dal giovane Asburgo, così come fu anche continua l’attività diplomatica. Va notato che Mercurino Arborio di Gattinara deteneva in prima persona un grande potere amministrativo e politico che lui stesso aveva creato e che da lui stesso era condizionato.
L’altra strada percorsa dal Gattinara fu quella che lo vedeva impegnato in prima persona sui diversi fronti del governo e dell’amministrazione. Il Gattinara fu il fautore di un meccanismo che ruotava attorno alla sua carica. Innanzitutto si esponeva in prima persona, nelle varie missioni diplomatiche con gli ambasciatori e i ministri esteri, con un ampio potere decisionale. In secondo luogo, coordinava le varie cancellerie dei regni attraverso la cancelleria imperiale, lo strumento amministrativo, il cui scopo era emanare le volontà del sovrano e le decisioni prese nei consigli, sotto le varie forme (statuti, ordinanze, restrizioni, riforme, moderazioni, lettere patenti, concessioni di privilegi, conferme di titoli e diritti, remissioni, grazie, erezione di baronie, contee, principati, legittimazione di dazi, mercati e fiere, vendita di rendite, gli ordini e la volontà del sovrano, le istruzioni per i funzionari e gli ambasciatori). Infine il Gran Cancelliere presiedeva i consigli di stato, che, come si è già detto, affiancavano e coadiuvavano il principe nelle risoluzioni: essi rappresentavano il potere politico dell’impero. I consigli erano organizzati su base territoriale, in riferimento ai vari regni e sulla base delle materie da trattare, in riferimento alla totalità dell’impero. Essi erano in gran parte una creazione del Gattinara. L’importanza maggiore era rivestita dal Consiglio di Stato, il quale era preminente sugli altri consigli e in esso si trattavano le questioni più rilevanti e urgenti. In siffatto ordinamento il Gran Cancelliere era il perno centrale, ma non un accentratore di poteri, bensì un controllore di un sistema di tipo federale, ove l’Imperatore era la fonte del potere come un “primus inter pares” e svolgeva la funzione di garante della pace universale cristiana. 
Dunque l’idea di Monarchia Universale non va letta come un’imposizione di dominio sul mondo, ma come entità di controllo della pacifica convivenza delle nazioni. L’organizzazione stabilita dal Gattinara sembrava funzionare nel momento in cui Carlo V decise di venire in Italia per l’incoronazione, la pace sembrava raggiunta e la Monarchia Universale, nonostante le innumerevoli difficoltà, sembrava realizzarsi. La morte del Gran Cancelliere, tuttavia, fece sì che venisse a mancare il cardine centrale di tutto il meccanismo, vale a dire la sua figura carismatica ed infaticabile. La sua dipartita e l’assenza di un sostituto (sia per volontà dello stesso Imperatore, sia per l’inesistenza di una figura al pari della sua) fece sì che l’impostazione conferita non reggesse e che i segretari di stato prendessero piede, infondendo un’altra struttura al governo imperiale. 
Il rapporto con la Chiesa non fu marginale e il Gattinara cercò sempre il dialogo e il riavvicinamento delle due principali istituzioni dell’umanità, secondo la concezione di Dante: la Chiesa, la guida spirituale e l’Impero, la guida politica. Anche gli attacchi del Gran Cancelliere al pontefice vanno letti in quest’ottica, vale a dire la ricerca di una guida della Chiesa che non si lasciasse convincere a seguire gli interessi temporali del proprio stato, cedendo alle logiche particolaristiche di potere, ma che guardasse al bene dell’umanità, raggiungibile collaborando con l’Imperatore. A testimonianza di ciò, vi fu l’impegno di Mercurino nel cercare di evitare la spaccatura protestante, intuendone il danno che avrebbe arrecato alla cristianità. Il tentativo fallì, anche a causa della sua morte, giunta proprio a pochi mesi dal conseguimento dell’ambito traguardo del titolo cardinalizio, che suscitò, in non pochi suoi avversari contemporanei, il timore che egli potesse addirittura accedere al soglio pontificio.
Alla luce dell’analisi sin qui condotta, il cancellierato di Mercurino Arborio di Gattinara va visto come transizione politica dal medioevo all’età moderna, come fenomeno di passaggio dall’ultimo impero universale alla formazione degli stati nazionali. Pertanto non può essere letto né come il crollo di un morente ideale medioevale, né come il fallimento di un tentativo di cambiamento, ma va considerato per quello che fu, vale a dire una novità che non ebbe modo di ripetersi, un fenomeno unico, come unico fu l’impero di Carlo V.
La figura, l’opera e le idee del Gran Cancelliere necessitano ancora un lungo ed approfondito studio, essenziale alla scoperta di un uomo così eclettico, poliedrico e carismatico, insomma l’uomo Mercurino Arborio di Gattinara un “maestro di politica”.